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Bflows all’università di Tor Vergata

La nostra azienda diventa caso di studio nel corso di laurea magistrale in Economia e Management. Protagonista la brillante Giulia Mattoccia, relatore Marco Meneguzzo.

Roma, venerdì 12 novembre, facoltà di Economia dell’università di Tor Vergata, si è appena conclusa la discussione della prima tesi che ha Bflows come protagonista. Merito della passione e della curiosità di Giulia Mattoccia, brillante neo dottoressa nel corso di laurea magistrale in Economia e Management, che ha presentato un lavoro dal titolo “La nuova era del FinTech: il caso Bflows, il primo strumento di network finance 4.0”.

A guidarla in questo percorso di analisi e di ricerca – durato cinque mesi – il professor Marco Meneguzzo, ordinario di Economia Aziendale e titolare del corso in strategia e politica aziendale.

Il risultato: oltre 90 pagine dedicate al processo di trasformazione intrapreso dalle banche in risposta all’evoluzione del FinTech che ha contribuito a riplasmare l’ambiente finanziario popolandolo di nuove realtà snelle e dinamiche, capaci di conquistare le quote di mercato tradizionalmente detenute dai principali istituti di credito.

Nuovi attori e anche nuove strategie, descritte in maniera minuziosa e puntuale, che hanno ridisegnato il settore spingendo le banche stesse a modificare il proprio processo operativo e strategico, caratterizzato da collaborazioni con nuovi player.

All’interno di questo contesto profondamente mutato trova spazio il corposo approfondimento dedicato alla nostra fintech company. «Mi sono interessata a Bflows – spiega Giulia – perché penso sia una startup innovativa con grande potenziale, inoltre lavorando nel mondo dei crediti deteriorati ho potuto constatare come Bflows sia un’alternativa molto valida rispetto alle tradizionali modalità offerte dal mercato. L’aspetto che mi ha colpito maggiormente riguarda la gestione dei crediti, parte essenziale per qualsiasi impresa».

Un mercato enorme – quello dei crediti commerciali – che in Italia vale 500 miliardi di euro; di questa enorme massa solo il 29% risulta in qualche modo regolato. La parte restante e maggioritaria è priva di soluzioni per via di molteplici barriere all’ingresso e del merito creditizio. Un oceano in cui si inserisce Bflows che propone «un sistema basato su una sequenza di algoritmi avanzati, i quali permettono la regolazione delle fatture bilanciando ed orientando i flussi in entrata e in uscita per ciascun nodo della rete».

Partendo da una profonda rivisitazione della relazione tra debitore e creditore vista non più come rapporto binario ma all’interno di un network di legami.

Così Bflows – si legge ancora nelle pagine della tesi – «raccoglie e riorganizza le informazioni tra debitore e creditore, valutando le interconnessioni esistenti tra i due, utilizzando i flussi in ingresso di ciascun nodo per regolare il pagamento delle fatture in uscita degli stessi, senza il bisogno di ricorrere alla liquidità esterna e senza alcun rischio di credito».

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