“Network finance e gemelli digitali: nuove prospettive per la progettazione economica” è il paper scritto da Carlo Mancosu, Nicola Pirina e Roberto Spano che traccia nuovi scenari sull’uso della tecnologia in ambito economico-finanziario. L’articolo sarà pubblicato a breve. Oggi vi proponiamo una sintesi a cura degli stessi autori: buona lettura!
Tecnologia ed economia sono mondi sempre più strettamente connessi e la loro integrazione può apportare enormi benefici nell’adozione di decisioni che siano capaci di rispondere alle sfide del mondo attuale. È il caso dei digital twins, modelli virtuali che riproducono fedelmente i sistemi reali afferrandone pienamente la complessità; usati in ingegneria, manifattura e sanità, stanno prendendo sempre più piede anche in ambito economico-finanziario. Il loro utilizzo consente di elaborare strategie più raffinate e capaci di reagire meglio e più prontamente agli imprevisti.
L’articolo “Network finance e gemelli digitali: nuove prospettive per la progettazione economica” a firma di Carlo Mancosu, Nicola Pirina e Roberto Spano – di prossima pubblicazione sulla rivista inFORMAZIONE dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Cagliari – offre un quadro preciso ed estremamente interessante al riguardo con un approfondimento su un caso di studio pratico: Bflows.
Di seguito una sintesi a cura degli autori stessi.
“L’articolo discute l’applicazione dei gemelli digitali nel contesto economico-finanziario e introduce il concetto di network finance, basato sull’ontologia delle relazioni. Il paradigma tradizionale della progettazione economica presenta limiti nell’affrontare la complessità e l’interconnessione del sistema economico-finanziario. Opportunità offerta dai gemelli digitali, rappresentazioni virtuali di entità fisiche che consentono un monitoraggio, un’analisi e una simulazione dettagliati, offrendo opportunità di miglioramento dell’efficienza, della previsione e della pianificazione. Nell’ambito economico-finanziario, essi possono essere utilizzati per creare modelli di mercati finanziari, portafogli di investimento e intere economie, consentendo simulazioni, previsioni e ottimizzazioni delle performance.
L’approccio basato sull’ontologia delle relazioni considera gli attori economico-finanziari come nodi all’interno di una rete di relazioni complesse e interdipendenti. Tale approccio consente di ottenere una visione più completa e dinamica del sistema, identificando pattern emergenti e analizzando l’effetto di eventi o politiche sul sistema stesso. L’utilizzo di dati finanziari aggiornati permette così di migliorare l’affidabilità e la precisione delle analisi, da cui discendono simulazioni e previsioni maggiormente accurate. Tuttavia, la creazione di gemelli digitali economico-finanziari presenta anche sfide affatto trascurabili legate alla raccolta e all’elaborazione dei dati, alla sicurezza e alla privacy dei dati e al rischio di sovraccaricare di informazioni o di basare decisioni esclusivamente sui dati.
Il paper introduce inoltre un altro concetto prezioso, la network finance che utilizza la network analysis per lo studio delle relazioni finanziarie tra le imprese. Questo offre l’opportunità di individuare nodi importanti o periferici all’interno della rete e di condurre analisi sulle relazioni produttive, l’allocazione del capitale e la diffusione delle crisi finanziarie. Nuovi strumenti di misurazione delle relazioni, come la centralità e l’analisi dei cluster, schiudono prospettive innovative per affrontare problemi strutturali nella gestione finanziaria di banche e imprese.
L’uso dei gemelli digitali e dell’approccio di network finance può pertanto portare a soluzioni più efficaci e innovative nella progettazione economica e finanziaria, consentendo una maggiore comprensione della complessità del sistema e la gestione ottimale delle risorse e dei rischi. Tuttavia, è importante considerare le sfide e i rischi legati alla raccolta dei dati, alla sicurezza e alla privacy, e bilanciare l’uso della tecnologia con una riflessione critica e un approccio olistico”.
*Sintesi a cura di Carlo Mancosu, Nicola Pirina e Roberto Spano